La cerimonia del tè a Firenze
L’antica tradizione giapponese incontra l'arte della della marmorizzazione fiorentina
A volte sembra strano, come culture così diverse possano incontrarsi e dar vita ad un’esperienza unica e particolare.Ecco come grazie all’amore per le tradizioni, alla creatività ed alla vivace curiosità di una giovane viaggiatrice Giapponese si è reso possibile il connubio tra due arti: la marmorizzazione e la cerimonia del tè.
“Mi chiamo Yuko, sono Giapponese e mi dedico alla tradizionale cerimonia del tè chiamata “Sencha-do”. Sono stata una settimana in Italia a fine Ottobre portando con me il mio semplice servito da tè. Uno dei miei intenti era quello di conoscere l’artigianato tradizionale locale e trovare oggetti che potessero essere utilizzati per il Sencha-do.
La carta marmorizzata, la tecnica della marmorizzazione a Firenze era uno degli aspetti che volevo approfondire.
Nel Sencha-do è presente il “Bunbou Kazari” (insieme di oggetti di cancelleria) utilizzato originariamente per scrivere poemi, esercitarsi nella calligrafia, dipingere .
Volevo ricreare un Bunbou Kazari fatto con oggetti presi dalla tradizione artigianale Italiana.
La prima volta che ho visto la carta marmorizzata italiana ne sono stata subito affascinata: era stata usata per decorare una scatola in legno di tè Giapponese .
Così quando ho deciso di visitare Firenze sono stata felicissima di sapere che al PAPIRO era possibile frequentare un corso.
L’esperienza del laboratorio è stata fantastica. Mi è stata raccontata la storia della carta marmorizzata e dell’azienda. Ho potuto capire e apprendere tutte le fasi della lavorazione ascoltando le spiegazioni e vedendo direttamente il lavoro dei loro maestri artigiani.
Sono rimasta stupefatta dal loro operato, eseguono ogni passaggio semplicemente e in maniera naturale come lo scorrere di un fiume.
Quando poi è toccato a me ho ripetuto quello che mi avevano mostrato ed ho fatto il mio foglio marmorizzato che ho poi utilizzato per la rilegatura del mio libro. E’stato tutto così divertente sia da imparare che da fare.
Già prima della mia partenza avevo pensato di portare con me il sevito per offrire del tè giapponese in laboratorio. Ho portato quindi una scatola marmorizzata molto simile all’originale per il tè ed un piccolo vassoio sempre marmorizzato su cui mettere dei biscotti.
Mi piaceva l’idea di far assaggiare ai miei ospiti un tipo di tè verde chiamato “Gyokuro” (rugiada di giada) che è una delle migliori qualità. E’ un tè da assaporare goccia a goccia sulla punta della lingua, non bevendolo a grandi sorsi. Ha infatti un sapore molto forte di “Umami”.
Il tempo trascorso con le persone del Papiro durante la cerimonia del tè è stato molto piacevole, mi auguro lo sia stato altrettanto per loro ed abbiano apprezzato il Gyokuro con i biscotti.
Durante la mia attività dedicata alla cerimonia del tè sono venuta a contatto con molte forme di artigianato. Sono rimasta affascinata dalla manualità, dal talento e dalla passione con cui le persone realizzano le loro bellissime creazioni.
Mi auguro che specialmente antiche e sapienti tecniche artigianali come quelle del Papiro siano portate avanti anche dalle prossime generazioni e che siano memoria per questo nostro mondo.”
Siamo molto onorati di aver conosciuto Yuko e di aver contribuito alla realizzazione di questa bella esperienza. Una maestra della cerimonia del Tè che oggi insegna l’antica tradizione Giapponese e la rinnova integrandola con elementi appartenenti alla tradizione artistica Italiana . Grazie Yuko, la cultura e la bellezza non conoscano confini.
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postato su novembre 02 2021